Giorno del Ricordo delle Foibe
Simone Cristicchi Direttore dello Stabile dell’Aquila canta le Foibe
La Strage delle Foibe è una pagina terribile della storia italiana del secondo dopoguerra di cui fu ugualmente responsabile il ceto politico di destra e di sinistra.
Le foibe sono buche carsiche naturali del territorio istriano dove fra il 1943 e il 1947 furono gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani. Subito dopo la firma dell'armistizio dell’8 settembre 1943 in Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicarono contro i fascisti che avevano operato in modo violento fino ad allora su quelle terre sotto l'occupazione nazista, in pratica annesse al Reich tedesco. Fu una sorta di vendetta collettiva assimilabile se si vuole alle reazioni antifasciste che si diffondevano in tutta Italia. La violenza però aumentò nella primavera del 1945, quando la Jugoslavia comunista di Tito occupò Trieste, Gorizia e l'Istria, e si scatenò contro gli italiani, sia i rappresentanti del CNL sia parte della ex classe dirigente italiana che dava fastidio perché non si allineava, ma anche contro i civili innocenti. Fu la pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti, inducendoli all’esodo. Tito voleva annettere il maggior territorio possibile italiano e omologarlo alla Iugoslavia. L’elemento italiano anticomunista, che fosse fascista o no, dava fastidio.
La persecuzione proseguì fino alla primavera del 1947, fino a quando, cioè, venne fissato il confine fra l'Italia e la Jugoslavia. E anche allora il dramma degli istriani e dei dalmati non finì. Qui intervengono le responsabilità della classe dirigente italiana, sia di destra che di sinistra. Nel febbraio del 1947 l'Italia ratifica il trattato di pace che pone fine alla Seconda guerra mondiale: l'Istria e la Dalmazia vengono cedute alla Jugoslavia. Trecentocinquantamila persone si trasformano in esuli. Scappano dal terrore. Ma non trovano in Italia una grande accoglienza. La sinistra italiana li ignora: la vicinanza ideologica con Tito è la ragione per cui il PCI non affronta il dramma. La stessa classe dirigente democristiana non approfondisce la tragedia: tutto ciò che si associava alla sconfitta doveva essere rimosso.
Per quasi cinquant'anni il silenzio della storiografia e della classe politica avvolge la vicenda degli italiani uccisi nelle foibe istriane. E’ un silenzio lunghissimo interrotto il 10 febbraio del 2005, quando il Parlamento italiano ha dedicato la Giornata del Ricordo ai morti nelle foibe.
Il cantante e autore/attore di prosa Simone Cristicchi, attuale Direttore Artistico del Teatro Stabile dell’Aquila, ha scritto ed interpretato lo spettacolo teatrale “Magazzino 18 – Storie di italiani esuli di Istria, Fiume e Dalmazia”. E’ una delle forme in cui si esprime il suo impegno nel Teatro Civile, che è anche l’esperienza che intende utilizzare per caratterizzare il suo progetto nello Stabile abruzzese.
Riccardo Mazzitti
di Redazione I.I.S. Bafile-Muzi
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